martedì 21 febbraio 2012

NBA vs Calcio? pensieri in libertà (non miei)

In questo week end siamo senza partite, la sosta é dedicata al carnevale ed allora mi sono riletto un articolo tratto da una rivista, una nuova rivista, uscita giusto un'anno fa in questo periodo.
Incollerò in due tempi un'articolo di un giornalista italo americano, tifoso milanista da bambino, ma che dopo una tripletta di Van Basten nel 1991, ha deciso che il calcio non bastava più e si é avvicinato al Basket, chiaramente NBA viste le origini.
Ha così elencato 16 punti del perché il Basket (NBA) é uno Spettacolo con la s maiuscola nel confronto con il calcio. Si può non essere d'accordo ma comunque penso che sia un'ottima lettura.



L’NBA è strutturata attorno a 30 squadre, divise in due conferenze – est e ovest. Ogni squadra, nella regular season, gioca ottantadue partite. Le migliori otto squadre delle due conferenze si incontrano poi nei playoff di conferenza – quarti, semifinali, e finali, tutte giocate alla meglio di 7 partite – per stabilire le campionesse di conferenza. Le due campionesse si sfidano poi per le NBA Finals, un’altra gara alla meglio di 7. In totale, quindi, la squadra vincente gioca tra le 98 e le 110 partite, in una stagione. E si gioca tutti i giorni. Per un appassionato, è tanta roba. Tante partite vuol dire tanti scontri, tante storie, e tante più possibilità che queste storie diventino sempre più appassionanti e divertenti.

2. Per quanto il campo da gioco sia piccolo e i giocatori pochi, il semplice fatto che ci siano partite che finiscono 110 a 124 vuol dire che la singola partita può essere un continuo ribaltamento di fronti, un infinito cardiopalma. E l’assenza del pareggio – un concetto quasi esclusivamente calcistico – significa che, sebbene alcune partite inizino subito con un notevole vantaggio di una squadra sull’altra, e finiscano praticamente invariate – cosa estremamente noiosa – almeno non ci sono partite che finiscono 0 a 0. Chiaro, manca il momento della gioia e della liberazione totale del goal decisivo, ma pure le partite più noiose, quelle tra due squadre poco interessanti e senza giocatori ragguardevoli (tipo un Pistons – Cavs), possono essere interessanti, possono contenere gesti atletici emozionanti e piccoli e grandi momenti epici.

3. Il basket si gioca in tempo effettivo, come quasi tutti gli sport americani. Questo vuol dire che non ci sono buffoni che si rotolano per terra fingendo un infortunio per quattro minuti quando sono in vantaggio. Quando il gioco è fermo, è fermo. Semplice.

4. Il basket prevede la moviola in campo. Il che vuol dire che se un giocatore fa lo stronzo e tira una gomitata furfante “quando l’arbitro non vede”, viene espulso praticamente SEMPRE. Non, come nel calcio, QUASI MAI. Altra differenza fondamentale: se non sono sicuri se un canestro sia valido o meno, gli arbitri (sì, ce n’è più di uno, per un campo grosso un decimo di quello da calcio, guarda un po’ che storia) fermano il gioco e guardano il replay finché non decisono cosa sia successo. Non ci mettono molto. Di nuovo: semplice.


5. Il basket prevede un numero illimitato di cambi. Se l’allenatore vuole può mettere in campo un giocatore per 4 secondi, toglierlo, rimetterlo, e ritoglierlo. Tutto questo è molto interessante, perché implica che quando si scontrano due squadre, si scontrano davvero le due intere squadre, non solo i cinque titolari. Anzi, molto spesso le partite vengono decise nei momenti in cui i titolati sono a bordocampo, a incitare i loro compagni di squadra in seconda linea.

6. Il basket contiene tiri da lontanissimo che finiscono nel ciuffo e sembrano fare SPLASH! quando toccano la rete, stoppate volanti, gente che salta e fa un giro su se stessa di 360 gradi mentre muove le braccia a mulinello e infila la palla nel canestro passando sotto e attorno le braccia del difensore, schiacciate potenti, schiacciate di fino, schiacciate all’indietro, alley-oop che finiscono in schiacciate all’indietro, passaggi in mezzo alle gambe dei difensori, passaggi no-look, crossover allucinanti e spacca caviglie che fanno scivolare l’avversario (come uno scemo), schiacciate nelle quali all’ultimo ti passi la palla alla mano sinistra e freghi il difensore, gente che salta tantissimissimo (a volte SOPRA un’altra persona!) e poi schiaccia schiantandosi contro il difensore che poi vola all’indietro scivolando sul parquet, tiri da dietro il tabellone, tiri che battono il cronometro all’ultimo centesimo di secondo… Il calcio, in paragone, ha le rovesciate, le mezze rovesciate, i colpi di tacco, i tiri da lontanissimo, i passaggi sotto le gambe e, volendo, i tuffi di testa. Fine. E queste cose sono così rare che quando succedono, ne parlano al telegiornale. In una partita media dell’NBA, le cose straordinariamente fiche accadono in OGNI gara. C’è una ragione se lo slogan dell’NBA è “Where Amazing Happens”.

7. Per colpa del guardaroba assurdamente gangsta di Allen Iverson, che è stato una delle più grandi guardie della storia, la Lega ha recentemente introdotto delle regole di vestiario molto restrittive per i giocatori infortunati in panchina. E non c’è niente di più fico che vedere Shaquille O’Neal, che è alto 216 cm e pesa 150 chili, a bordo campo con un completo grigio fatto su misura. O preferite Bobo Vieri in curva con la sciarpetta tamarra e il piumino lucido?

8. Se sei ricco, puoi vedere una partita di basket a bordocampo. Proprio a bordocampo. Senza reti, senza poliziotti. Io non sono ricco, quindi non ci andrò mai, a bordo campo, ma è molto divertente, soprattutto quando ti chiami Lapo Elkann e ti alzi e prendi la palla al volo.

Continua…


Tratto dal Numero 1 di Studio
Tim Small Giornalista
Tim Small è il direttore responsabile di Vice Italia, il fiction editor di Vice America e il fondatore e direttore editoriale di The Milan Review, casa editrice indipendente che pubblica, tra le altre cose, l’omonima rivista letteraria semestrale in lingua inglese.

1 commento: